Il
termine ‘’cosa’’ è una parola troppo generica, ad esempio nella legge (codice
civile) si parla di cose, intese nella propria materialità.
Dal
punto di vista linguistico, la materialità della ‘’cosa’’ ha degli effetti,
essa può essere, ad esempio, causa di ricchezza.
In
genere una ‘’cosa’’ ha un supporto materiale e, per questo , ha degli effetti .
Ed Essendo effetto ‘’la cosa’’ è sia cosa,
che causa.
Ci
sono cose che, invece, non hanno materialità ,ad esempio lo spirito, il quale
però si può esprimere come qualcosa di materiale che si attribuisce ad una cosa
concreta. Il tatuaggio, ad esempio, è un idea che diventa cosa, farsi scrivere
qualcosa, infatti, vuol dire portare qualcosa di indelebile che ha uno spirito
che si è fatto materialità.
I
colori sono una caratteristica delle cose, essi non sono niente se non
sono supportati dalle cose, oggetti.
Ogni lingua
ha una sua percezione per le ‘’cose’’, in latino e tedesco, essa è indicata con
il neutro, nel greco antico si usava duale, e così via.
Mentre
nel corso degli anni alcune parole hanno avuto un’accezione sia positiva che
negativa, ad esempio il termine macchina, che deriva dal greco, era usata nelle
tragedie greche come ‘’quella cosa ’’ che calava dall’alto per fare scendere il
dio dall’alto e portarlo in scena.
La
macchina ( il cavallo di Troia) fu anche il marchingegno usato da Ulisse per
incendiare la famosa città di Troia. Per questo motivo il termine macchina ha
caratteristiche negative e dispregiative, caratteristica che si è tramandata
dal mondo antico al medioevo. Dal ‘200
in poi però essa perderà di negatività.
Ma oggigiorno il termine rimane in larga parte usato in modo dispregiativo per
descrivere oggetti malefici, come ad esempio la ‘’macchina’’ da guerra.
La
parola cosa invece rimane sempre al di la di positività e negatività e trova
come già detto varie applicazioni.
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